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La Barca
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na vecchia signora svedese alla quale non daresti mai 36 anni e  due giri del mondo abbondanti. Gli ospiti che salgono a bordo ne restano sempre sorpresi e affascinati. Una barca costruita come una volta: solida, marina,elegante, calda ed accogliente. Un Hallberg Rassy 41, il numero 47 dei 74 costruiti dal cantiere. Poco più di 10 anni or sono è partito dall’Elba per un giro del mondo o per meglio dire, stare in giro per il mondo. Si perché il Gulliver ha sempre avuto l’ambizione del navigare viaggiando tra le genti, le culture e le tradizioni dei popoli che man mano incontrava sulla sua rotta , quindi ad ogni isola il suo tempo, il tempo per entrare in relazione con la sua gente e le sue abitudini, la sua cucina, la loro storia.
Un mondo di relazioni anche in mare, con quelle "isole" galleggianti delle quali nessuna carta nautica riporta la posizione: il popolo del mare. L’incontro con altre barche che condividono la tua rotta è anch’esso un arricchimento continuo poiché ognuno porta con se una parte della propria storia, della sua cultura e delle sue tradizioni quindi  un viaggio tra le genti che viaggiano: si può chiedere di più allo stare in giro per il mondo?
La rotta classica, dal Mediterraneo alle Canarie, poi i Caraibi e il Venezuela ma, non era ancora il mio viaggio. Los Roques, Les Aves, le San Blas degli indiani Kuna mi hanno dato voglia di continuare e fare il grande salto in Oceano Pacifico. A Panama gli ispettori del canale non fanno neppure la misurazione del Gulliver, la barca ha già fatto il canale sotto il nome di Aghir e scopro di non avere un 41 piedi ma un 45. La delfiniera con i suoi due fiocchi e salpancore è parte integrante della barca! Le splendide ed irripetibili Galapagos e poi la traversata più lunga fino alle Marchesi. Il Gulliver è dall’altra parte del mondo ed è per davvero un altro mondo, quello che immaginavo di incontrare in questo viaggio, la realizzazione di un sogno.
Qualche mese alle Marchesi poi altri mesi nelle splendide Tuamotu per arrivare poi nelle Isole della Società, un giusto compromesso o meglio fusione tra le montagne delle Marchesi e le lagune delle Tuamotu. Questo popolo mi ha stregato con la sua gentilezza e la sua ospitalità, comincio ad appassionarmi alla sua storia, alle sue tradizioni, leggo, studio e confronto sul terreno quanto appreso. Il modo di vivere dei polinesiani ed il contesto in cui vivono mi fanno svegliare ogni mattino con il sorriso sulle labbra: meglio fermarsi per un po.
Da quattro anni, da maggio ad ottobre il Gulliver fa sognare e vivere una esperienza unica a molti italiani che vengono in Polinesia. Una crociera nei mari del sud tra isole dai nomi mitici come Bora Bora, Huahine, Tahaa, Raiatea e il capitano, accompagnato dalla nostroma Ludovica, racconta della Polinesia e dei polinesiani.
Come si suol dire, l’isola più interessante è certamente la prossima quindi il Gulliver proseguirà il suo viaggio, probabilmente su una rotta non propriamente classica. A nord della Polinesia ci sono le Lines Island e poi a Ovest, sulla linea dell’equatore, quell’insieme di piccoli e sperduti atolli che formano le Kiribati: è un’ipotesi di viaggio tra gente dai rari e sporadici incontri con il popolo del mare.
Il giorno in cui, svegliandomi il mattino, mi guarderò intorno e non mi spunterà il solito sorriso, bhe, forse è arrivato il momento di togliere gli ormeggi e dare vento alle vele.